Sabato 12 settembre, il nostro Club è stato ospite, ed è ormai una bellissima e consolidata tradizione, dell’artista Mario Pavesi, socio onorario del nostro Club
L'incontro, cui hanno partecipato molti Soci, oltre che allievi della scuola d’arte ed amici , si è svolto in un contesto veramente rilassato e piacevole nel bel giardino della abitazione, circondati dalle stupende sculture e dipinti del Maestro.
Durante la serata Mario si è reso disponibile, e lo considero un privilegio eccezionale, a condividere il suo genio creativo, realizzando direttamente dal vivo, per la delizia dei fortunati presenti, una scultura in creta, illustrando contemporaneamente , tramite la scrittura delle mani e a voce, con la consueta contagiosa passione, la tecnica e la teoria che sottendono la nascita di un’opera d’arte.
Da una massa informe si è andato delineando nel breve tempo un viso che, al termine della serata, ha assunto l'aspetto definitivo, a tutto tondo, di un'opera recante lo stile inconfondibile dell’artista .
Con il grande spirito rotariano e l’umanità che da sempre lo animano, e come già in molte atre occasioni, Mario ha posto la sua arte al completo servizio di un nobile fine, di un progetto benefico: sarà infatti possibile acquistare la scultura, entro breve fusa in bronzo e riproducibile fino a nove esemplari originali, ed il ricavato, al netto delle spese sostenute per materiali e fonderia, verrà interamente devoluto in favore del Service Internazionale del nostro Club, progetto Nigat, a sostegno di giovani ragazze madri di Addis Abeba, Etiopia, presentato a Luglio .
Curerò, unitamente al Tesoriere Massimo, i contatti con coloro che sono interessati alla scultura, per una cifra che verrà resa nota tramite colloqui personali ma che fin d’ora posso dire assolutamente eccezionale rispetto agli standard di mercato di quotatissime opere analoghe di Pavesi.
Allego, unitamente alle fotografie, una breve descrizione del significato intrinseco dell’opera d’arte, elaborata direttamente dall’artista
“ Quando un po' di tempo fa Luca mi propose di fare una serata dedicata ad una dimostrazione pratica di come si mette in essere l'elaborazione di una scultura, il primo pensiero l'ho rivolto, come spesso mi accade, ai giovani... elaborare un'opera che in sé mettesse in evidenza i disagi e le preoccupazioni che investono le nuove generazioni…
Naturalmente, nello spazio di una serata, non potevo pensare ad un progetto che non fosse un ritratto e, inizialmente, nello specifico ad un "ermafrodito".
Nella serata della dimostrazione, quindi mi sono attenuto all'idea originaria. Il giorno dopo, guardando e riguardando il ritratto che avevo fatto, mi sono convinto di caratterizzarlo al femminile, in quanto ritengo che nei riguardi della donna vengano, spesso, perpetrati atti e gesti discriminatori. L'espressione che ho voluto trasferire nella materia, è l'espressione di una giovane donna che cerca, con uno sguardo proiettato lontano ,di bypassare un momento storico dove l'incertezza regna sovrana. Vuole essere un messaggio di preoccupazione ma anche di grande speranza..”
Mario Pavesi