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Governatore Alberto Azzolini   

Presidente Ermanno Ruozzi    

Incontro con Padre Berton e il prof Giulio Tagliavini

Giovedì 6 novembre è stato fra noi Padre Giuseppe Berton accompagnato dal fido Giorgio Beltrami per raccontarci le ultime novità sulla Sierra Leone: la necessità di sostenere l’ FHM, Famili Home Movment, per poter ricreare il rapporto affettivo fra giovanissimi ed adulti, unica via per l’inserimento sociale e la scolarizzazione dei bambini. Ha sottolineato anche la recrudescenza di lebbra e poliomielite e quest’ultima notizia ci ha particolarmente colpito e si dovrà fare opportuna segnalazione

alla Polio Plus per un possibile intervento, fattibile se concordato col governo locale.

Nella seconda parte della serata Padre Berton ha ascoltato la relazione del nostro socio Giorgio Tagliavini sulla attuale crisi economica e finanziaria mondiale. Ne abbiamo sentite delle ... brutte, ma allo stato non si può prevedere il futuro perché l’evento è totalmente nuovo. E’ purtroppo certo che molta gente starà peggio di ora, specie i paesi poveri che vedranno ridursi gli aiuti.

La crisi finanziaria, innescata dai mutui subprime, ha adesso toni preoccupanti sia sul fronte bancario e mobiliare, che sul fronte dell’economia reale. Ci si è resi conto che i rischi del mercato finanziario, e in particolare quelli legati a titoli innovativi immessi nel sistema, sono stati sistematicamente sottovalutati. Le difficoltà di gestione della liquidità bancaria mettono in dubbio la capacità del sistema bancario di sostenere in via regola l’attività di prestito nei confronti dei soggetti economici che esprimo una legittima domanda di finanziamenti. Alla fase in cui appariva prioritario difendere i risparmiatori, ne segue una in cui risulta chiaramente indispensabile proteggere le attività d’impresa e metterle in sicurezza rispetto a fenomeni di stampo finanziario.
I problemi profondi che hanno portato ad una situazione difficile sono riconducibili ad una regolamentazione prudenziale troppo debole e a troppa liquidità, presente soprattutto sul mercato americano, che ha alimentato la bolla dei prezzi finanziari, degli immobili e delle materie prime. È inoltre da tenere in considerazione il discutibile sistema degli incentivi del management delle banche primarie. Tutta la fiducia che era stata appena riposta in meccanismi del tipo “Basilea 2” è da ridiscutere. Il livello di patrimonializzazione delle banche dovrà salire considerevolmente rispetto a quanto ci eravamo abituati a pensare. Insomma, il mondo finanziario sarà diverso rispetto a quello degli scorsi anni.
Il fenomeno delle frodi e delle irregolarità gestionali è tutto sommato secondario. Le difficoltà hanno radici nel meccanismo di governo del sistema finanziario, non nel mancato rispetto di regole teoricamente in grado di gestire il sistema. I problemi hanno adesso un carattere sistemico e politico. Quando una banca è in forte difficoltà, allora ci troviamo di fronte ad un reato o a un banchiere incompetente. Ma quando le banche che sono in forte difficoltà sono tante, come in questo momento, finiamo per pensare, alcuni definendole causa e altri conseguenza, a un problema di politica finanziaria.
Le misure di intervento hanno per certi versi stabilizzato la situazione, ma hanno alcune controindicazioni: utilizzano risorse pubbliche per rendere collettivi i costi della crisi finanziaria; producono una importante distorsione concorrenziale a danno degli operatori più avversi al rischio e vicini ad una operatività locale; producono un vantaggio competitivo poco giustificabile per i soggetti quotati in borsa. Questi elementi sono pericolosi. Tendono ad alimentare gli squilibri di fondo, premiando i peggiori a danno degli operatori migliori

 

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