Cari amici,
è con grande piacere che mi appresto a descrivere, soprattutto a beneficio di quanti non vi hanno partecipato, la giornata del 6/08, trascorsa nella magica atmosfera del Castello di Vernio, ospiti del nostro socio onorario conte Franco Santellocco Gargano.
Siamo partiti da Reggio Emilia alle 14.45, io, Paolo, Eles, Geminiano e sua moglie Grazia, Carmen Consolini, per arrivare alla Rocca alle ore 17.00 circa e lì siamo stati raggiunti anche da Alessandro e Roberta, che, insieme alle loro splendide principessine Allegra ed Azzurra, provenivano dalla più vicina Forte dei Marmi.
E' stata una giornata splendida, ricca di tanti momenti unici, vissuti in un'atmosfera ed in un contesto ove le lancette dell'orologio sembrano essersi fermate e ove l'impressione che se ne trae è quella di essere proiettati indietro nel tempo in un'epoca antica, il Medioevo, epoca che, tutti noi abbiamo conosciuto tramite le pagine dei libri di storia.
Per chi non lo sapesse, infatti, la Rocca di Vernio, è passata dai Cadolingi, agli Alberti, ai Bardi, prima di venire acquistata nel 1990 dal Conte Franco Santellocco Gargano che ha intrapreso una grande opera di restauro, in massima parte terminato. In essa, inoltre, sono nati il genere del melodramma e le regole del gioco del calcio e ha visto la luce, nel lontano 1106, una Santa.
Ed è proprio per festeggiare Santa Berta, che ogni anno viene organizzata, nel mese di agosto, una festa che diviene l'occasione per incontrare amici di tutta Italia, che affrontano viaggi spesso lunghi per il piacere di stare insieme, trascorrendo in compagnia il pomeriggio e condividendo la cena e la serata...fino a notte fonda...per chi vuole trattenersi.
Il ricco programma ha avuto inizio con la celebrazione, nella chiesetta di Sant'Agata, annessa alla Rocca, alle ore 17,30 della messa domenicale, da parte di Mons. Gastone Simoni, Vescovo di Prato e di Don Paolo Bini, parroco di Prato.
Parole ricche di spiritualità si sono intervallate ad un invito rivolto a tutti i presenti a non farsi sopraffare da ciò che è materia a discapito della cura dell'anima.
Un concetto già sentito, a noi noto, ma espresso in modo esemplare, tanto da rimanere impresso più di quanto non lo sia stato altre volte.
Subito dopo, nella bellissima sala del Castello in cui è nato il melodramma, si è passati all'investitura di cavalieri e damigelle, scelti tra bambini di età non superiore ai 14 anni che vengono responsabilizzati attraverso l'impegno dagli stessi assunto ad essere portatori di valori ed esempio per i loro coetanei.
La cerimonia è stata solenne: veniva appoggiata una sciabola sulla loro spalla destra e veniva data lettura a quanto trascritto, in un latino maccheronico mescolato ad italiano antico, su una pergamena sigillata con ceralacca: “Solemnis nominatio equiti Nomina solenne a Cavaliere custodis perennis delle historici loci de la antiqua contea di Vernio. Io Compte Franco della nobile gens delli Santellocco delli Gargano, per gratia di Dio et pacem delle homini trovandimi a reggere le sorti dello historico Castello di Vernio e della sua contea, che fu delli Alberti e che fu delli Bardi......”.
E gli occhi dei bimbi prescelti, fortunati tra tanti, in quanti protagonisti di un'esperienza unica, che di certo rimarrà impressa nelle loro memorie, brillavano di gioia, mista ad un senso di fierezza ed orgoglio.
Sono stati quindi insigniti di riconoscimento sia il vescovo di Prato che Don Paolo ed il primo ha ringraziato il Conte per avere da sempre aperto le porte del Castello alla gente del borgo e non solo, anche a bambini del terzo mondo, vescovi, capi di stato, ministri e quanti, dalle più svariate provenienze, mondi e culture, hanno avuto la fortuna di essere ospiti durante questa storica giornata.
Si è quindi passati alla cena, durante la quale si sono mangiati cibi semplici (focaccia, salumi, formaggio, cous cous, lasagne), preparati dalla gente del posto, oltre che dal Conte e tipici della zona e delle terre mediterranee e si sono bevuti vini dei più svariati tipi (bianco, rosso e rosato ed anche degli Abruzzi).
Ed in ultimo, ci siamo seduti davanti alle porte del Castello, nel giardino interno, a chiaccherare di tante cose, scambiandoci le impressioni sulla esperienza appena vissuta e condivisa in un clima di amicizia che, di anno in anno, si consolida e rafforza, grazie all'ineguagliabile capacità del Conte Santellocco di riunire tante persone, così diverse, ma così vicine per sensibilità ed approccio alla vita, a ciò che conta nella vita. Tra cui, di certo, il sentimento dell'amicizia.
Concludo, raccontandovi la parte più impressionante della giornata, quella che andrebbe vissuta in prima persona, piuttosto che descritta...perchè solo chi c'era, ne ha assaporato il mistero e l'inspiegabilità in termini razionali.
Ci trovavamo nel cortile del Castello, alle due circa di notte, io, Carmen, Filippo, figlio del Conte Santellocco, due amici del Conte. Avevamo appena visitato le segrete del Castello, i sotterranei, ove tante persone hanno trovato la morte, rinchiuse tra le mura delle prigioni e Franco ci stava descrivendo la storia del fantasma che vive nel Castello e che tra le due e mezza e le tre, ogni notte, fa visita al Conte.
Trattasi del Conte Valfredo, morto per mano di un assassino per questioni sentimentali.
Improvvisamente, abbiamo sentito il rintocco di una campana, che non aveva mai suonato durante tutta la serata e i passi, nitidi, chiari, forti, di qualcuno che si muoveva all'interno della Rocca, in modo familiare e deciso.
Carmen a voce alta ha detto “Conte c'è rimasto qualcuno nel Castello?!”. Ci siamo guardati ed abbiamo realizzato che ormai se ne erano andati tutti...e che i reduci eravamo solo noi, seduti all'esterno.....
“Arrivederci Franco” ho detto “Grazie per tutto”, e ho avvertito il forte bisogno di allontanarmi in fretta, prima che quella presenza, tanto familiare al Conte, ma così poco a me, diventasse più forte e, per quel che mi riguarda, insostenibile.
E guai a chi d'ora in poi mi dirà che “i fantasmi non esistono”.
Cristina Cataliotti
è con grande piacere che mi appresto a descrivere, soprattutto a beneficio di quanti non vi hanno partecipato, la giornata del 6/08, trascorsa nella magica atmosfera del Castello di Vernio, ospiti del nostro socio onorario conte Franco Santellocco Gargano.


Per chi non lo sapesse, infatti, la Rocca di Vernio, è passata dai Cadolingi, agli Alberti, ai Bardi, prima di venire acquistata nel 1990 dal Conte Franco Santellocco Gargano che ha intrapreso una grande opera di restauro, in massima parte terminato. In essa, inoltre, sono nati il genere del melodramma e le regole del gioco del calcio e ha visto la luce, nel lontano 1106, una Santa.
Ed è proprio per festeggiare Santa Berta, che ogni anno viene organizzata, nel mese di agosto, una festa che diviene l'occasione per incontrare amici di tutta Italia, che affrontano viaggi spesso lunghi per il piacere di stare insieme, trascorrendo in compagnia il pomeriggio e condividendo la cena e la serata...fino a notte fonda...per chi vuole trattenersi.
Il ricco programma ha avuto inizio con la celebrazione, nella chiesetta di Sant'Agata, annessa alla Rocca, alle ore 17,30 della messa domenicale, da parte di Mons. Gastone Simoni, Vescovo di Prato e di Don Paolo Bini, parroco di Prato.
Parole ricche di spiritualità si sono intervallate ad un invito rivolto a tutti i presenti a non farsi sopraffare da ciò che è materia a discapito della cura dell'anima.
Un concetto già sentito, a noi noto, ma espresso in modo esemplare, tanto da rimanere impresso più di quanto non lo sia stato altre volte.
Subito dopo, nella bellissima sala del Castello in cui è nato il melodramma, si è passati all'investitura di cavalieri e damigelle, scelti tra bambini di età non superiore ai 14 anni che vengono responsabilizzati attraverso l'impegno dagli stessi assunto ad essere portatori di valori ed esempio per i loro coetanei.
La cerimonia è stata solenne: veniva appoggiata una sciabola sulla loro spalla destra e veniva data lettura a quanto trascritto, in un latino maccheronico mescolato ad italiano antico, su una pergamena sigillata con ceralacca: “Solemnis nominatio equiti Nomina solenne a Cavaliere custodis perennis delle historici loci de la antiqua contea di Vernio. Io Compte Franco della nobile gens delli Santellocco delli Gargano, per gratia di Dio et pacem delle homini trovandimi a reggere le sorti dello historico Castello di Vernio e della sua contea, che fu delli Alberti e che fu delli Bardi......”.
E gli occhi dei bimbi prescelti, fortunati tra tanti, in quanti protagonisti di un'esperienza unica, che di certo rimarrà impressa nelle loro memorie, brillavano di gioia, mista ad un senso di fierezza ed orgoglio.
Sono stati quindi insigniti di riconoscimento sia il vescovo di Prato che Don Paolo ed il primo ha ringraziato il Conte per avere da sempre aperto le porte del Castello alla gente del borgo e non solo, anche a bambini del terzo mondo, vescovi, capi di stato, ministri e quanti, dalle più svariate provenienze, mondi e culture, hanno avuto la fortuna di essere ospiti durante questa storica giornata.
Si è quindi passati alla cena, durante la quale si sono mangiati cibi semplici (focaccia, salumi, formaggio, cous cous, lasagne), preparati dalla gente del posto, oltre che dal Conte e tipici della zona e delle terre mediterranee e si sono bevuti vini dei più svariati tipi (bianco, rosso e rosato ed anche degli Abruzzi).
Ed in ultimo, ci siamo seduti davanti alle porte del Castello, nel giardino interno, a chiaccherare di tante cose, scambiandoci le impressioni sulla esperienza appena vissuta e condivisa in un clima di amicizia che, di anno in anno, si consolida e rafforza, grazie all'ineguagliabile capacità del Conte Santellocco di riunire tante persone, così diverse, ma così vicine per sensibilità ed approccio alla vita, a ciò che conta nella vita. Tra cui, di certo, il sentimento dell'amicizia.
Concludo, raccontandovi la parte più impressionante della giornata, quella che andrebbe vissuta in prima persona, piuttosto che descritta...perchè solo chi c'era, ne ha assaporato il mistero e l'inspiegabilità in termini razionali.
Ci trovavamo nel cortile del Castello, alle due circa di notte, io, Carmen, Filippo, figlio del Conte Santellocco, due amici del Conte. Avevamo appena visitato le segrete del Castello, i sotterranei, ove tante persone hanno trovato la morte, rinchiuse tra le mura delle prigioni e Franco ci stava descrivendo la storia del fantasma che vive nel Castello e che tra le due e mezza e le tre, ogni notte, fa visita al Conte.
Trattasi del Conte Valfredo, morto per mano di un assassino per questioni sentimentali.
Improvvisamente, abbiamo sentito il rintocco di una campana, che non aveva mai suonato durante tutta la serata e i passi, nitidi, chiari, forti, di qualcuno che si muoveva all'interno della Rocca, in modo familiare e deciso.
Carmen a voce alta ha detto “Conte c'è rimasto qualcuno nel Castello?!”. Ci siamo guardati ed abbiamo realizzato che ormai se ne erano andati tutti...e che i reduci eravamo solo noi, seduti all'esterno.....
“Arrivederci Franco” ho detto “Grazie per tutto”, e ho avvertito il forte bisogno di allontanarmi in fretta, prima che quella presenza, tanto familiare al Conte, ma così poco a me, diventasse più forte e, per quel che mi riguarda, insostenibile.
E guai a chi d'ora in poi mi dirà che “i fantasmi non esistono”.
Cristina Cataliotti