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Governatore Alberto Azzolini   

Presidente Ermanno Ruozzi    

Annulliamo le distanze

Si è svolta ieri, presso la sede del nostro Club, una serata decisamente importante, in quanto caratterizzata dal susseguirsi di eventi di estrema rilevanza, che, abilmente combinati dal nostro Presidente, hanno saputo emozionare gli animi e rafforzare il senso di appartenenza all'associazione rotariana. L'obiettivo umanitario, che, come ben sappiamo, costituisce uno dei capisaldi dell'agire del Rotary, si può dire avere trovato ieri piena concretizzazione.
In primo luogo, Enrico, ha ritenuto di dovere procedere alla consegna del prestigioso premio Paul Harris a due soci presenti, ossia a me e a Giovanni Fracasso, ritenuti meritevoli, secondo le parole dello stesso Presidente, di avere profuso impegno e dedizione degni di particolare nota, alla vita del Club.
Detto riconoscimento, del tutto inaspettato, ha profondamente commosso sia me che Giovanni ed entrambi, dopo avere manifestato la nostra riconoscenza al Presidente, abbiamo rinnovato l'impegno ad una partecipazione attiva ed entusiasta anche alle iniziative future. Ciò nella ferma ed intima convinzione che il dare non sia mai paragonabile a quanto si possa ricevere, in termini di insegnamento di vita e di arricchimento personale, allorchè si contribuisca, nella misura a ciascuno possibile, a fare girare insieme questa grande “Ruota”.
E' stato poi ufficializzato l'ingresso nel Club, in qualità di socio, dell'amico Giorgio Medici, ormai a tutti noi noto, con la consegna del gagliardetto e del nostro manuale.
Giorgio, come ben sappiamo, proviene da una realtà rotariana e per tale motivo, oltre ad avere ben chiari, per averli da sempre messi in pratica, i principi ed i precetti del Rotary, ha fin da subito dimostrato una immediata propensione a stringere nuove amicizie ed un'innata capacità ad essere apprezzato per le qualità sia  umane che professionali possedute.
Esaurite le attività, per così dire, attinenti alla vita interna del Club e che ne costituiscono tappe  importanti, Enrico è passato ad introdurre gli ospiti della serata, scelti sulla base del pensiero fondamentale che anima tutta la nostra attività di sevizio, ossia quello di rendere note sia ai soci che all'esterno, realtà significative sotto il profilo umanitario. Ciò avendo ben chiaro l'ideale “di servire” che contraddistingue il nostro operato e, di conseguenza, cercando, ove possibile e nei limiti in cui siamo in grado di farlo, di contribuire a fornire un aiuto concreto al miglioramento di dette realtà.
Il Prof. Buono Cavalchi ci ha illustrato come opera l'Onlus “Annulliamo la distanza”, nata a Firenze il 7 ottobre 1997, in modo, per così dire “casuale”, allorchè un gruppo di amici decise di intervenire in prima persona nel sostegno e nella cura dei loro adottati a distanza.
Da allora, con un impegno sempre crescente e sempre più incisivo, “Annulliamo la distanza” si è adoperata nella battaglia per combattere la fame e gli altri disagi che minacciano il futuro dei bambini in ogni parte del mondo.
La principale finalità della Onlus – ci ha spiegato il Prof. Cavalca – è quella di migliorare il livello qualitativo dei servizi di sanità pubblica pediatrica in Eritrea attraverso opere di ristrutturazione ed edificazione di strutture sanitarie. L’obiettivo generale è garantire ai bambini condizioni basilari di salute che, oltre a costituire un diritto, sono la premessa necessaria per iniziare a costruire una cultura di pace e non violenza, fondamentali per il futuro di quel paese. Ciò deve passare attraverso un’opera di efficace diagnosi e cura ma anche, e soprattutto, di prevenzione, educazione e informazione alle madri e alle famiglie. Grazie alle collaborazioni con strutture ospedaliere italiane, “Annulliamo la distanza” si pone come obiettivo prioritario il trasferimento di competenze nei paesi dove va ad operare.
Ci sono state infine mostrate diverse diapositive di un progetto realizzato da “Annulliamo la distanza” insieme al valido aiuto di un'equipe di medici missionari dell'Istituto Rizzoli di Bologna, nella quale sono presenti ortopedici, anestesisti, infermieri e riabilitatori. Le missioni, ci è stato detto, non hanno eccessiva durata, perchè lo scopo è di portare, anzitutto, conoscenze mediche a chi potrà, sulla base di quanto imparato, mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti.
Le immagini sono state davvero toccanti, ciascuno di noi ne ha tratto spunto di riflessione interna e confronto tra il nostro mondo e quel mondo.
E le domande che ne sono seguite?
Poche, anzi pochissime.
Perchè negli occhi di quei bambini vi erano già tutte le risposte.

Cristina Cataliotti

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