Cari amici,
non è facile descrivere in poche righe la gita di domenica, perchè è stata talmente ricca di emozioni, momenti piacevolmente condivisi, occasioni di
arricchimento culturale, che...solo chi vi ha partecipato, potrà dire di avere vissuto appieno.
Tenterò, comunque, in breve, per non annoiarvi, di raccontare a voi tutti che, vuoi per impegni familiari, vuoi per altri motivi – spero non per pigrizia – non avete accolto l'invito a partecipare, come si è svolta la giornata egregiamente organizzata e diretta dal FAI, cui ben volentieri il nostro Club, su iniziativa del Presidente, ha deciso di aderire.
Siamo partiti abbastanza presto, nel pieno rispetto dell'orario prestabilito (8.15) dal parcheggio antistante al Tribunale, su un pullman carico..anzi, stracarico (in quanto nemmeno un posto risultava libero) di persone di età variegata (dalla più piccola, la dolce Chiara Coppellotti e via a salire), tutte animate da uguale desiderio di apprendere e di divertirsi insieme.
Abbiamo visitato tutti i luoghi verdiani, a partire da Busseto, capitale della Bassa, viva di storia, cultura e passione musicale (ove, per altro, Verdi conservò sempre la residenza anagrafica e fiscale), per passare poi a Sant'Agata, luogo di ritiro di Verdi insieme alla seconda moglie e terminare a Roncole, ove il Maestro venne alla luce nel lontano ottobre del 1813.
Probabilmente tutti conoscete la vita di Verdi e le opere più importanti, ma le sfumature..quelle che solo una guida capace, quale quella sapientemente scelta dal FAI, può trasmettere, sono certa che le ignorate. Sapevate ad esempio che Verdi non venne ammesso al Conservatorio a Milano, perchè considerato una sorta di “extracomunitario” di quell'epoca e non per mancanza di capacità? Eravate a conoscenza del fatto che fu grazie al suocero Antonio Barezzi, droghiere benestante, appassionato di musica, che Verdi potè intraprendere gli studi musicali, dopo la cocente bocciatura al Conservatorio milanese? (tanto che Verdi scrisse del suocero: “A lui devo tutto, tutto, tutto”. Ogni tanto il rapporto con i suoceri riesce bene). Sapevate poi che Verdi ebbe due mogli, la prima Margherita Barezzi, morta pochi anni dopo il matrimonio insieme ai
due figli avuti da Verdi, di meningite, e l'altra Giuseppina Strepponi, donna colta e intelligente, ma di costumi alquanto liberi e discussi, inizialmente non accettata da Barezzi e con cui Verdi convivette fino alla morte? Sapevate poi che Verdi fu un appassionato di giardinaggio, tanto da comprare il latifondo di S. Agata, ove conciliava musica ed agricoltura? E che avesse medio ed anulare della mano di pari lunghezza (segno di genialità..controllate subito le vostre mani!)? Che amasse gli animali, tanto da ricordare con una lapide il suo amato cagnolino, compagno fedele e da fare ritrarre in quadro, oltre al cane, il suo pappagallo (imbalsamato ed esposto nella casa di S'Agata..che chissà quante “arie” ebbe a fischiettare).
Mille altre cose potrei raccontarvi, in quanto mille e più ne ho imparate..ma non potrei certo rendervi partecipi delle sensazioni che mi ha trasmesso la modesta casupola ove Verdi venne concepito ed ove Bertani, sussurandomi all'orecchio mi ha detto: “Vedi Cri..quando deciderai di avere un figlio, vieni a consumare qui e nascerà un genio” e io gli ho risposto “preferirei uno normale, i geni sono troppo impegnativi” e poi siamo scoppiati in una fragorosa risata. Né potrei condividere i tanti pensieri che mi sono venuti alla mente nel vedere l'immenso podere di Sant'Agata, ed, in modo particolare, il laghetto, fatto costruire da Verdi, pensate: a forma di chiave di violino!!! Ho immaginato, romantica come sono, a quando Verdi si isolava in barca con la moglie in mezzo al lago, nel più assoluto silenzio, trovando l'ispirazione, nel connubio natura ed amore, per comporre i pezzi che hanno fatto la nostra storia. E tra me e me ho riflettuto a voce alta: forse in un contesto così..anch'io, per quanto del tutto priva di orecchio musicale, avrei trovato l'ispirazione.
Né potrei farvi partecipi di quanto sia stato divertente ed ilare, perdersi, in senso letterale e non figurato..tra centinaia di culatelli e strolghini pendenti sulle nostre teste nell'aia dell'Antica Corte Pallavicina..un vero labirinto. Ho visto gli occhi di Gianguido brillare persi, in quel contesto...quasi come quando guarda la Carla.
E l'aspetto umano?!? La compagnia era affiatata e divertita, abbiamo riso e scherzato insieme, ci siamo confrontati e meglio conosciuti. Sono
sicuramente queste le esperienze che creano coesione tra un gruppo di amici! Per tale motivo non posso che rivolgervi l'invito, qualora si dovessero presentare nuove occasioni intelligentemente proposte dal Club, di non farvele “sfuggire”..perchè questi sono i momenti di crescita e di cui più resta il ricordo col passare del tempo. Grazie di tutto a quanti mi hanno fatto compagnia ieri: a Luigi Calvisi che, oltre alle piacevoli chiacchere, mi ha omaggiato di ben 3 culatelli (questi sono i privilegi di cui gode una donna single!), a Titti Degl'Incerti e Stefano Rossi con cui a tavola ho riso e scherzato su tante cose e che di rado ho occasione di vedere, a Gianguido che ha intrattenuto me e le bambine (mia nipote e Chiara) con divertenti barzellette (poche..perchè quelle pulite non le conosce e le altre sono proibite ai bambini), a Gianni Degola che ha tentato di sfuggire al mio obiettivo..ma che sono riuscita ad immortalare a sua insaputa in diversi scatti, con e senza consorte (non ti preoccupare, sei bellissimo anche in foto..ed anche quando hai gli occhi chiusi), alla sprintosissima First Lady, nobildonna Borsiglia, sempre impeccabile per eleganza che, partita senza voce, è riuscita a recuperarla strada facendo (giusto quanto bastasse per stuzzicare simpaticamente Enrico), a Luigi Coppellotti consorte e figlia, cui sono riuscita a scattare una foto che ritrae un allegro quadro di famiglia semplicemente fantastica, a Paolo Orsini, che miracolato (o forse..psicologicamente rassicurato dalla presenza del suo medico di fiducia) è riuscito a camminare per chilometri nonostante la sciatalgia ed Eles che, con la sua ineguagliabile comunicativa è riuscita a fare avvicinare la mia nipotina (timidissima) alla ben più esuberante Chiara, facendo nascere una bella amicizia, all'Elena Lombardini che mia ha raccontato dell'Iraq e, cosa più importante, mi ha insegnato a distinguere le mucche bianche (con le corna corte) dai tori (con le corna più lunghe), a Casciano con cui, grazie a questa gita, ho potuto approfondire la conoscenza, a Bertani e moglie che..non ci crederete ma, loro che hanno visto tutto il mondo, ignoravano i luoghi verdiani, agli ospiti di Enrico, che, non nuovi ad esperienze rotariane (in quanto appartengono al rotary di Milano) hanno detto di avere molto apprezzato il nostro club, grazie alla mia nipotina che si è talmente divertita, che mi ha pregato di chiamarla anche alle prossime gite, grazie a Vittorio Lasagni e moglie, che l'hanno sopportata mentre ripeteva ad alta voce la lezione di storia durante il viaggio di ritorno, rendendo loro impossibile il sonno, grazie agli amici del FAI, molti dei quali volti già conosciuti e, soprattutto, grazie al nostro PRESIDENTE per la generosa opportunità che ci ha concesso di stare splendidamente insieme.
Un abbraccio e a presto
Cristina
non è facile descrivere in poche righe la gita di domenica, perchè è stata talmente ricca di emozioni, momenti piacevolmente condivisi, occasioni di

Tenterò, comunque, in breve, per non annoiarvi, di raccontare a voi tutti che, vuoi per impegni familiari, vuoi per altri motivi – spero non per pigrizia – non avete accolto l'invito a partecipare, come si è svolta la giornata egregiamente organizzata e diretta dal FAI, cui ben volentieri il nostro Club, su iniziativa del Presidente, ha deciso di aderire.

Abbiamo visitato tutti i luoghi verdiani, a partire da Busseto, capitale della Bassa, viva di storia, cultura e passione musicale (ove, per altro, Verdi conservò sempre la residenza anagrafica e fiscale), per passare poi a Sant'Agata, luogo di ritiro di Verdi insieme alla seconda moglie e terminare a Roncole, ove il Maestro venne alla luce nel lontano ottobre del 1813.
Probabilmente tutti conoscete la vita di Verdi e le opere più importanti, ma le sfumature..quelle che solo una guida capace, quale quella sapientemente scelta dal FAI, può trasmettere, sono certa che le ignorate. Sapevate ad esempio che Verdi non venne ammesso al Conservatorio a Milano, perchè considerato una sorta di “extracomunitario” di quell'epoca e non per mancanza di capacità? Eravate a conoscenza del fatto che fu grazie al suocero Antonio Barezzi, droghiere benestante, appassionato di musica, che Verdi potè intraprendere gli studi musicali, dopo la cocente bocciatura al Conservatorio milanese? (tanto che Verdi scrisse del suocero: “A lui devo tutto, tutto, tutto”. Ogni tanto il rapporto con i suoceri riesce bene). Sapevate poi che Verdi ebbe due mogli, la prima Margherita Barezzi, morta pochi anni dopo il matrimonio insieme ai

Mille altre cose potrei raccontarvi, in quanto mille e più ne ho imparate..ma non potrei certo rendervi partecipi delle sensazioni che mi ha trasmesso la modesta casupola ove Verdi venne concepito ed ove Bertani, sussurandomi all'orecchio mi ha detto: “Vedi Cri..quando deciderai di avere un figlio, vieni a consumare qui e nascerà un genio” e io gli ho risposto “preferirei uno normale, i geni sono troppo impegnativi” e poi siamo scoppiati in una fragorosa risata. Né potrei condividere i tanti pensieri che mi sono venuti alla mente nel vedere l'immenso podere di Sant'Agata, ed, in modo particolare, il laghetto, fatto costruire da Verdi, pensate: a forma di chiave di violino!!! Ho immaginato, romantica come sono, a quando Verdi si isolava in barca con la moglie in mezzo al lago, nel più assoluto silenzio, trovando l'ispirazione, nel connubio natura ed amore, per comporre i pezzi che hanno fatto la nostra storia. E tra me e me ho riflettuto a voce alta: forse in un contesto così..anch'io, per quanto del tutto priva di orecchio musicale, avrei trovato l'ispirazione.
Né potrei farvi partecipi di quanto sia stato divertente ed ilare, perdersi, in senso letterale e non figurato..tra centinaia di culatelli e strolghini pendenti sulle nostre teste nell'aia dell'Antica Corte Pallavicina..un vero labirinto. Ho visto gli occhi di Gianguido brillare persi, in quel contesto...quasi come quando guarda la Carla.
E l'aspetto umano?!? La compagnia era affiatata e divertita, abbiamo riso e scherzato insieme, ci siamo confrontati e meglio conosciuti. Sono

Un abbraccio e a presto
Cristina